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Sesta preghiera del mio corpo
Sei la ricamatrice della danza, di questo ritmo nativo.
Da un paesaggio selvaggio mi chiama il tuo sangue, di lontano:
«Verso il tuo corpo, rigido, mi affretto,
io sconosciuta, sorda cascata del chiaro di luna.
Sulla tua fronte pascolano cervi disorientati
le tue robuste braccia si radicano a terra,
germinano nella tua gola erbe nuove,
le tue parole sono ossa e coltelli, ma mute.»
Sei la ricamatrice della danza, questo ritmo nativo,
ma non so se tu sia la mia notte, se sei giorno,
rosso il grumo di terra dove giace il mio corpo
è troppo angusto per la mia sovrana disfatta.
Аco Šopov, Небиднина, 1963
Traduzione di Anastasija Gjurcinova e Mia Lecomte, Nuovi Argomenti, 22.11.2021