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Orrendamorte
Ogni cosa da sola qui nasce e svanisce.
Pietra immensa. Cicatrice. Ambigua, sterile parola.
La primavera le è madre e insieme perfida matrigna.
Ceneri del sogno, sogno di ceneri. Orrendamorte.
Inghiottito dalla siccità, torto da nere piogge,
qui i giorni alle notti si accumulano, falda a falda,
e lungo la scorza si inanellano in vertebre
le ombre ossificate di furie e carni selvagge.
Le burrasche qui sibilano e gridano oscuri spettri,
qui, peccato originale e delitto, punizione e biasimo.
L’uomo e la bestia qui dividono lo stesso antro
e il bambino muove il primo passo.
Sopra, germina il pane, con radici amare e profonde,
è secco e dolce e brucia come fiamma.
Poesia, se sfinito ti affronta l’eremita
tu accoglilo, che ti sia eguale nella fiamma.
Rosa in gola, in bocca uva serpe,
galla nel sangue discorde,
terra di veleni dal sapore di morte,
rotola la pietra infuocata: Brucia. Brucia. Brucia.
Ogni cosa qui nasce e da sola svanisce.
Pietra immensa. Cicatrice. Ambigua, sterile parola.
La primavera le è madre e insieme falsa matrigna.
Ceneri del sogno, sogno di ceneri. Orrendamorte.
Traduzione di Anastasija Gjurcinova e Mia Lecomte, Nuovi Argomenti, 22.11.2021
Ацо Шопов, Гледач во пепелта, 1970
Инспирирана од скопскиот земјотрес (јули 1963), песната за првпат е објавена во Современост, XIV, 10, 1964, а потоа во Раѓање на зборот, 1966 и во Златен круг на времето, 1969